IL GIORNALE | Gli audiopoemi di Henri Chopin, poesia in musica e rumore da 8mila euro

05/07/2015

di Luca Beatrice

Le seconde avanguardie, identificate come quelle forme d'arte sviluppatesi a partire dagli anni '50, continuano a fornire spunti di riflessione molto interessanti, sia alla critica perennemente tesa alla riscoperta di figure a torto ritenute marginali, sia al mercato che può proporre opere davvero curiose e importanti a prezzi ancora contenuti. Uno dei generi in questo momento più in voga è quello della Poesia Visiva che vanta collezionisti competenti e che, nonostante l'immaterialità insita in diversi progetti, offre un buon numero di oggetti e lavori su carta. Un fenomeno, questo, che si sta allargando a macchia d'olio anche in Italia. Tra i protagonisti di tale tendenza va segnalato il francese Henri Chopin, nato a Parigi nel 1922 e scomparso in Inghilterra, a Norfolk, nel 2008. Una figura difficile da inquadrare: artista visivo, poeta sonoro, editore, performer, regista di cinema sperimentale. Anche la sua biografia è ricca di episodi, come la deportazione in Germania e la fuga in Unione Sovietica. Nel 1952 conosce Isidore Isou, poeta lettrista che teorizza la rinuncia all'uso delle parole a vantaggio di suoni onomatopeici e rumori in una sorta di avanguardia permanente. Chopin utilizza tecniche di registrazione con un magnetofono portatile allo scopo di trattenere sul nastro il respiro, il rumore, l'eco, il riverbero, la vibrazione. I primi lavori si chiamano Audiopoemi e, seppur con una modalità europea, rimandano alle esperienze americane di John Cage. I Dattilopoemi sono invece partiture dattiloscritte dove la parola si unisce al segno nel tentativo di trascrivere sulla carta le emozioni, di dare corpo all'elemento artistico più ineffabile. I pezzi più rari possono costare anche 8mila euro. Poco se ne consideriamo l'importanza storica. Editore di diversi libri d'artista che si trovano sul mercato intorno ai 500euro, nel '59 Chopin fonda la rivista Cinqueme Saison, poi diventata OU, per il sostegno e la diffusione di artisti inediti. Tra i primi a usare il termine "elettronica" nelle sue riflessioni teoriche, pubblica anche diversi dischi in vinile, molto ricercati, tra cui quello di William Burroughs. Riscontrabile il montante interesse internazionale di questo particolarissimo artista sul mercato internazionale: suoi lavori presso le gallerie Supportico Lopez di Berlino, Natalie Seroussi di Parigi, Raffaella De Chirico di Torino.

Galleria Arte Contemporanea Torino



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